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Il Museo Archeologico Nazionale di Melfi

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Attraverso le tre sale del Museo ospitato dal Castello, si può ripercorrere la sto­ria dell'area del Vulture, dalla preistoria fino al periodo normanno

La documen­tazione più antica risale al V-IV millennio a.C. e consiste in numerosi reperti come pugnali, macine di pietra e ceramiche, cui si aggiungono i materiali ritrovati a Lavel­lo e Banzi dell’età del Bronzo e del Ferro. I corredi funerari, con i loro diversi stili, ci raccontano, invece, un periodo che va dal VII secolo a.C. all’epoca romana, passando dalle raffinate ceramiche daunie ai vasi in bronzo di produzione greca ed etrusca fino ai monumentali vasi magno-greci dell'an­tica Forentum. Di età imperiale è uno dei reperti più importanti del museo, il co­siddetto Sarcofago di Rapolla, un’opera in marmo di straordinaria bellezza realizzata nelle botteghe dell'Asia Minore. Sul suo coperchio è raffigurata una donna, a noi sconosciuta, che sovrasta una struttura de­corata da una serie di divinità ed eroi clas­sici. Ricordiamo infine la sala dedicata alla famiglia Doria che conserva opere, tra cui un bellissimo telero raffigurante lo Sta­to di Melfi, della collezione artistica di Andrea Doria, signore di Melfi dal 1531.

 

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