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Martedì, 12 Agosto 2014 12:43

A Venosa "La macìara. Si possono guarire le mani?"

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Dopo l’anteprima nazionale al Piccolo Teatro di Bari, “La macìara. Si possono guarire le mani?” debutta in prima regionale a Venosa (PZ), il 13 agosto alle ore 21:30 nella storica Piazza Orazio.

L’evento è patrocinato dal Comune di Venosa che ha dato pieno sostegno alle attività teatrali della giovane compagnia.

Un tempo, neanche troppo lontano, in Basilicata, le donne si mettevano sull’uscio di casa e raccontavano storie ai bambini, alle altre donne e ai contadini che tornavano dai campi. Storie divertenti o macabre, che importava. Alla gente piaceva ascoltare. Oggi si è persa quest’abitudine. Le parole sono diventate suoni distratti che ci attraversano per caso, senza più il peso dell’emozione.

Con “La macìara. Si possono guarire le mani?”, la compagnia Notterrante propone un racconto dalle atmosfere arcaiche, sull’ambigua figura della macìara. La storia, scritta da Mariella Soldo, vuole andare al di là della tradizione e del cliché, cercando di recuperare il lato umano di questo personaggio popolare.

Il racconto è ambientato in un villaggio immaginario della bassa Lucania, ai confini con la Puglia e a ridosso della seconda guerra mondiale. Maria non è una donna come le altre. Sul suo viso mai un tratto di esasperata femminilità. Il suo corpo ha l’odore delle terre arse e delle campagne desolate del sud. Un giorno sposa Rocco il pastore. Nascono due figli: Lucietta e Franceschino. Il testo scava nei sentimenti contraddittori di questi personaggi, cercando di sradicarli dalla propria terra e di andare nel profondo, senza l’ombra del giudizio o dell’analisi antropologica. Si scava anche nell’animo femminile e nella sua complessità, nei dolori soffocati di madri che non possono parlare, di figlie che non sanno ascoltare, ma anche di uomini che affogano nella terra e di bambini che subiscono violenze. Un racconto di dolcezza e di brutalità fisica, di amore coniugale e incestuoso, di vendetta, di odio, di invidia, ma anche di bellezza. L’attrice Barbara De Palma dà vita, attraverso letture drammatizzate, monologhi e canti popolari, a tutti i personaggi di questa storia. Con viola e violino, Stefania Ladisa accompagna la voce dell’attrice in questo viaggio attraverso un tempo mitico e ancestrale, in cui la forza della tradizioni superava il buonsenso.

INGRESSO LIBERO.



 

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