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Pollino: è scontro su corso per guide del Parco

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Nella giornata di ieri l'associazione “Guide ufficiali ed esclusive del Parco nazionale del Pollino” ha rilasciato un comunicato stampa che esprime le proprie perplessità sulla decisione dell'Ente Parco di attivare un nuovo corso per guide del Parco interrogandosi sui criteri alla base di questa scelta e più in generale su che modello di sviluppo il Parco del Pollino voglia perseguire per l'area protetta.

Immediata è arrivata la risposta del presidente Domenico Pappaterra che apre ad un confronto a 360 gradi sull'operato dell'Ente e spiega le ragioni alla base dell'attivazione del nuovo corso per guide.

Nota stampa dell'associazione Guide ufficiali ed esclusive del Parco nazionale del Pollino

«Siamo preoccupati. Continuare su questa strada è controproducente per tutto il territorio». Il monito arriva dall’associazione “Guide ufficiali ed esclusive del Parco nazionale del Pollino” dopo la decisione dell’Ente di attivare un nuovo corso per guide del Parco. In ballo ci sono lo sviluppo della zona e la professionalità delle guide stesse.

Infatti, si chiede l’Associazione, «in base a quali criteri si attiva un nuovo corso di guide? Per creare nuovi disoccupati? Per legalizzare chi opera nell’illegalità?». E ancora: «Sono state pensate azioni per evitare la formazione di nuovi disoccupati?». La mossa dell’Ente Parco sembra azzardata dal momento che il precedente bando doveva formare oltre sessanta guide, ne furono selezionate solo quarantacinque e dopo oltre dieci anni ne sono rimaste a lavorare solo una decina.

L’associazione delle Guide del Parco nasce nel 1999, dopo che l’Ente decise di formare le sue guide con delibera del consiglio direttivo del 19 febbraio 1998; delle quarantacinque persone formate nell’ambito di questo progetto, oltre il 90% decise di fare gruppo, dando vita all’Associazione. Lo scopo era coprire con servizi e conoscenze l’intera area del Parco Nazionale del Pollino. All’interno dell’Associazione sono rappresentate diverse esperienze professionali che qualificano ulteriormente l’attività delle guide: naturalisti, geologi, agronomi, operatori di educazione ambientale, esperti in sentieristica, volontari del soccorso alpino, istruttori di sci fondo-escursionismo, esperti di orienteering.

E’ dal 1999, quindi, che le guide svolgono un lavoro certosino costruendo relazioni con operatori, scuole, agenzie e gruppi di escursionisti per portare a conoscenza le bellezze del Parco. Ma oltre al nostro impegno, quali sono state le scelte gestionali del territorio?

Oggi, le guide che svolgono a tempo pieno questo mestiere, affrontano grandi problemi. Il loro reddito permette di superare a mala pena la soglia di povertà, ma garantiscono ugualmente un efficiente servizio grazie anche ad una esperienza ormai ultra-decennale. Se si esclude il mese di agosto, in cui la richiesta di guide va ben oltre quella disponibile, per il resto dell’anno si lavora poco. E’ per tutti questi motivi che riteniamo controproducente la decisione di attivare un nuovo corso. Oggi si ripete l’errore del passato e tra dieci anni ci ritroveremo a scrivere le stesse cose.

Ma preoccuparci è anche altro: il Parco, ad esempio, ha un piano editoriale che prevede l’acquisto di supporti per promuovere l’immagine del Pollino. Si tratta di quasi centomila euro per acquistare materiali editoriali e servizi per “comunicare” il Parco. Ma questi soldi possono essere spesi diversamente. La promozione primaria, infatti, è cura dell’industria dell’accoglienza che opera sul territorio. Allora perché non incentivare questo tipo di promozione?

Ultimi due aspetti di carattere più generale: La formazione delle guide è orientata a modelli professionali di sviluppo sostenibile. Negli ultimi anni abbiamo invece visto il sostegno delle amministrazioni locali e dell’ente Parco verso un altro tipo di sviluppo. La centrale a biomasse, per esempio, al nostro territorio non serve a nulla dal momento che sarebbe inserita in un contesto ambientale e agricolo di grande importanza (aree di produzione di DOP); E’ stato consentito il taglio di boschi anche a quote alte e in contesti di grande valore turistico e paesaggistico. Insomma, dopo venti anni dalla nascita del Parco, possiamo capire verso quale sviluppo siamo orientati? Perché se c'è da tagliare boschi o da far funzionare una centrale, forse non serve un nuovo corso di guide, ma un corso per tagliaboschi ed elettricisti!

Noi guide continueremo il nostro impegno, ma chiediamo a chi gestisce questo territorio di fermarsi un attimo, di ascoltare la gente riavviare un dialogo costruttivo che tenga conto delle reali esigenze del territorio, di prospettive più rosee per le generazioni future.

 

La replica di Domenico Pappaterra

«Non c’è assolutamente bisogno di mettere in discussione l’attività del Parco e le sue idee di sviluppo largamente premiate e riconosciute a tutti i livelli per contestare, seppur legittimamente, la decisione dell’ente di svolgere a distanza di quasi quindici anni dal primo, un nuovo corso accogliendo le richieste di diversi giovani e operatori economici del nostro territorio che chiedono di arricchire il loro bagaglio professionale o didattico con un importante riconoscimento che li legittima nell’attività di guide turistiche del Parco del Pollino. Qualora si vuole discutere nel merito la questione, siamo assolutamente pronti a farlo e a confrontarci a 360 gradi su tutto quanto il Parco ha svolto sino ad oggi. Lo si deve fare, però, senza pregiudizi di sorta, ma con la reciproca disponibilità a cooperare insieme per rafforzare il comparto del cosiddetto turismo sostenibile oggi messo a dura prova dalla vicenda del terremoto».  

 

 

 


 

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