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Venerdì, 19 Aprile 2013 09:21

Rabatana di Tursi e Santuario di Anglona

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Escursione di domenica 19 Maggio: I calanchi del pellegrinaggio

SCHEDA ESCURSIONE
Partenza da Matera (p/zza Matteotti): h. 7.30 (auto proprie)
Inizio escursione: h. 9.30
Durata escursione: ore 7-8 (soste comprese)
Lunghezza del percorso: (a/r) km 10
Dislivello totale in altezza: mt. 250
Tipo percorso: no anello
Difficoltà: T-E
Orario previsto di arrivo a Matera: ore 18-19
N° max partecipanti: 40
Rifornimento acqua: si

Descrizione itinerario: sulla sommità della Rabatana si parcheggiano le auto e salendo sulle rovine dell’antico castello gotico di Tursi si ammirerà un bel panorama sulle valli dell’Agri e del Sinni. La camminata inizia percorrendo la parte meno conosciuta della Rabatana ed in compagnia di Nicola Crispino, cultore della storia locale e autore di sagg. Davanti a noi c’è la chiesa di santa Maria Maggiore con la cappella di pregiati affreschi ed il presepe in pietra di Altobello Persio. Proseguendo, si attraversa un ponte su un dirupo (antica difesa naturale del centro abitato) e si continua attraverso un pianoro e poi una notevole discesa verso il Convento di San Francesco. Si continua a scendere verso il torrente Pescogrosso, passando in breve da 260 a 80 metri di altitudine in poco più di un km. Giunti in prossimità del torrente, lo si costeggia sulla sponda sinistra fino a giungere in località Ponte Masone. Qui è possibile rifornirsi di acqua del Frida. Adesso comincia la salita verso santa Maria di Anglona attraverso sentieri che ricalcano quelli utilizzati dai pellegrini dei tempi andati, mentre il paesaggio calanchivo si fa mano a mano più vicino. A poco più di metà del percorso passeremo nel bel mezzo di un grande calanco dalle profonde fenditure, capace di destare in noi sensazioni inusuali. Continuando la risalita in questo ambiente pieno di contrasti si giunge infine al santuario di Anglona. Qui il sig.Rocco Campese, altro tursitano studioso si storia locale, iassumerà brevemente le millenarie vicende di Anglona (l’antica Pandosia) e dello stesso santuario. Prima però è d’obbligo ammirare e stupirsi di fronte alla bellezza e alla vastità del paesaggio che si stende intorno a noi a 360 gradi: la valle del Sinni e quella dell’Agri, Rotondella, Colobraro, Pisticci, Montalbano, il gruppo del Pollino, le valli e i pianori che degradano verso la costa ionica. Terre degli enotri e poi dei greci, dei Romani, dei saraceni, dei, bizantini e di tanti altri popoli.

 

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Letto 5447 volte Ultima modifica il Lunedì, 20 Maggio 2013 07:16

 

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