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I sassi di Matera

Scritto da Nicola Ditommaso

Il primo sito dell'Italia meridionale ad essere dichiarato Patrimonio mondiale dell'umanità

Al di la dell'importanza storica dei singoli monumenti, presenti in quello che possiamo definire il gioiello più noto al mondo della Basilicata, la splendore di Matera non sta tanto nelle sue emergenze architettoniche di spicco, o meglio non solo, ma come tutti sappiamo, sta nella sua complessa evoluzione storico-urbanistica. Come in un diamante grezzo non lavorato, la sua bellezza non è nelle sue punte, ma nella sua interezza, nelle sue tante sfaccettature, nella sua materia. Allo stesso modo fra i sassi di Matera, non vi è luogo o scorcio che non meriti particolare attenzione, non vi è vicolo o scala che non siano degni di una foto, non vi è sasso che non sia parte di una straordinaria evoluzione storico-architettonica.

Potrebbe risultare superfluo, ma interessante, tracciare parte del lungo percorso storico-culturale che ha portato alla conformazione abitativa attuale.

È importante notare che le prime testimonianze relative ad insediamenti nelle gravine materane risalgono addirittura al paleolitico ma le testimonianze più rilevanti, sono relative al neolitico, per la presenza di numerosi villaggi con capanne e trincee difensive. Vi sono diverse ipotesi che propongono poi un'origine greca della città, a partire dallo stemma con il bue e le spighe di grano, queste ultime tipiche della Magna Grecia.

Non si hanno numerose testimonianze circa l'epoca romana, ma sappiamo che il sito, situato vicino la via Appia, funge soprattutto come centro di transito e di rifornimento di frumento. Durante l'alto medioevo con l'arrivo dei Longobardi (intorno al VI secolo d.C.) Matera assume la conformazione di città e successivamente subisce la conquista dei normanni che costruiscono la cattedrale sul punto più alto della città. Il fenomeno più interessante però è quello che parte dall'VIII secolo, quando arrivano monaci eremiti e comunità monastiche da oriente e si stabiliscono nelle grotte, trasformandole in chiese rupestri e dipingendole con affreschi di stile bizantino.

In questo modo Matera si rende luogo di incontro tra l'oriente e l'occidente della civiltà rupestre, fra l'arte bizantina degli anacoreti e l'arte dei pastori locali. Gli eventi storici successivi, sebbene di rilevante importanza, seguono all'incirca quelli del resto del meridione italiano. È però interessante notare la storia della vita nei sassi, che fino al XVIII secolo sembrava una perfetta unione fra uomo e natura, alla metà del XX secolo diviene una “vergogna per tutta la nazione”, come affermò Alcide De Gasperi sollevando la questione materana.

Nel 1993 invece, i Sassi di Matera, primo sito dell'Italia meridionale, vengono dichiarati dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'umanità e quello che cinquant'anni prima sembrava un luogo di assoluto degrado e simbolo di arretratezza culturale diviene uno dei più spettacolari set cinematografici al mondo.

di Nicola Ditommaso

 

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