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Satriano. Il carnevale del Parco dell'Appennino Lucano

Diventa uomo albero per un giorno. Il programma del Carnevale di Satriano 2014

Tante immagini dal Carnevale di Satriano. Foto di Antonella Perrone, Federica Camera, NomadaMente. Clicca per ingrandire

Domenica 10 febbraio 2013, cinque cittadini (due donne e tre uomini) di Melfi, appartenenti all'associazione escursionisti del vulture, incuranti delle condizioni meteo, partono alla volta di Satriano di Lucania per partecipare al carnevale omonimo.

C'è un detto appartenente al mondo escursionistico che dice: "Non esiste il cattivo tempo, esiste il cattivo equipaggiamento". VERISSIMO!

Perciò, macchina con gomme da neve, corpi opportunamente bardati e soprattutto voglia di non rinunciare, ci portano a destinazione. Alle 09,30 siamo al maneggio comunale di Satriano di L. dove incontriamo Emidio (responsabile dell'escursione a cavallo che è parte del programma della festa) e i suoi collaboratori, fra cui il presidente dell'associazione che gestisce il maneggio e un simpatico, panciuto, baffuto nonchè informatissimo sig.re, denominato "il professore". Tutti molto gentili, per nulla scoraggiati dalla neve, preparano sei cavalli.

Dopo mezzora, in fila indiana, partiamo per un'escursione che terminerà in paese. Dopo un breve tragitto su strada asfaltata (ovviamente coperta dalla neve), ci addentriamo in un sentiero sterrato. Ed è qui che ci viene permesso di salire a cavallo. Et voilà, cambio di prospettiva. Da quella posizione a cavallo ci troviamo a guardare un mondo fatato. Cielo e terra sono senza linea di demarcazione. Tutto è bianco. Candore assoluto, mentre la neve continua a cadere dolcemente. Si è unito a noi anche Andrea, un fotografo giornalista, armato fino ai denti di macchine fotografiche professionali, che sta girando la basilicata per tradurla in immagini. Non appena la pendenza del tratturo comincia a essere rischiosa per cavalli e cavalieri, ci fanno smontare da cavallo e così si procede tutti a piedi. Di tanto in tanto ci si ferma per tagliare i tralci di edera che serviranno per allestire i vestiti da "rumit".

Giungiamo in paese verso mezzogiorno e mentre ammirati guardiamo i murales che si trovano ad ogni angolo, la colonna si ferma nella piazza dove c'è la caserma dei carabinieri. Lì veniamo raggiunti da Rocco Perrone e collaboratori che non vengono a mani vuote. Nò nò! Portano materiale prezioso: vino e cibo a volontà. Notiamo che per bere non ci vengono proposti i soliti bicchieri di plastica usa e getta, bensì dei robusti e colorati bicchieri di plastica rigida che sembrano di vetro. Ci viene spiegato che quei bicchieri appena usati verranno lavati per essere riutilizzati nel pomeriggio a fine sfilata per il banchetto nuziale. Idea che fa parte di un programma per incentivare l'uso ecologico della plastica.

Nella piazza troviamo anche sei figuranti vestiti da "rumit" i quali vengono valutati e giudicati da una giuria composta anche da noi turisti. Bella maniera di coinvolgere.

Dopo pranzo, alle 15 siamo attesi alla scuola elementare, dove ai piani sottostanti si procede al rito della vestizione. Si vestono sia i rumit che l'urs e le quaresime. Si respira una bella atmosfera di festa e di allegria all'interno dello stanzone.

Nei giorni precedenti avevo pregato telefonicamente il sig. Rocco di riservarci un paio di vestiti da uomo albero e lui ci ha accontentati. Vi dirò che è un'esperienza unica. Tocca a me. Mi fanno mettere in ginocchio, a mani alzate e lentamente mi calano addosso la struttura metallica ricoperta di tralci di edera. METAMORFOSI! E' come entrare in una macchina del tempo. Guardare il mondo "dall'interno di un albero" è divertente, emozionante, liberatorio. Si ristabilisce la connessione con la parte smarrita della nostra anima. Come in un brivido che mi ha percorso la schiena, mi sono venute in mente le esperienze e gli insegnamenti di S. Francesco, di Cris McCandless, di H.D.Thoreau. Ho provato un grande rispetto per questa "maschera". Per fortuna altri due di noi hanno potuto indossare un altro vestito da rumit e uno da "urs". I rumorosi urs e i silenti rumit, in compagnia delle preoccupanti e imbiancate quaresime, hanno dato vita a un corteo che ha animato le vie del paese fino alla piazza principale, dove tutte le maschere, anche quelle spontanee, hanno potuto ballare fino a tarda sera. Io però non mi sono voluto separare come gli altri dal mio vestito. Ho ballato con la mia nuova identità finchè una voce non mi ha avvisato che se volevo potevo tenere il vestito.

E anche adesso, mentre scrivo queste righe, il vestito è qui a casa accanto a me. Per alcune ore sono entrato in un'altra dimensione. Sono stato parte della natura selvaggia. INTO THE WILDE. Grazie Satriano di Lucania. Enrico,Tiziana, Martina, Antonio e Vito.

 

 


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