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Mercoledì, 18 Gennaio 2012 10:30

Dall’economia dei mercanti all’ecologia della Madre Terra

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Lo scorso fine settimana, presso i locali della parrocchia di S. Anna a Potenza si è tenuto un laboratorio dal titolo “Verso un’economia senza mercati e mercanti”, con la partecipazione di Alberto Castagnola, economista tra i fondatori della Rete Lilliput e della Città dell’Altra Economia di Roma

L’iniziativa, all’interno del progetto “Trasparente come l’acqua” è stata promossa e organizzata da numerosi movimenti e associazioni e ha evidenziato un’ampia e interessata partecipazione durante le giornate di lavoro, i dibattiti e i momenti teatrali e cinematografici previsti.

Il filo conduttore dell’iniziativa, finalizzata alla costruzione di un DES (Distretto di Economia Solidale), è stato quello di rappresentare e comunicare un altro modo possibile di intendere l’economia e le relazioni tra produzioni, bisogni e consumi, antagonista al Pensiero Unico dominante imposto dai mercati e dalla finanza, basato su una crescita infinita, non qualificata delle produzioni e dei consumi, e misurata su un unico indicatore quantitativo, il PIL, del tutto inadatto a misurare il benessere e la salute degli organismi viventi (uomini, animali, piante, acqua, terra, foreste, etc.).

La crisi economica e di civiltà che sta attraversando il nostro tempo è stata determinata proprio da questo sistema della finanza virtuale e della liberalizzazione dei mercati, ed è davvero poco rassicurante sapere che i rappresentanti di quel sistema che ci ha condotti sull’orlo del baratro, siano gli stessi che ora si sentono titolati e accreditati a salvarci da questa crisi, e con la stessa allettante ricetta che ci sta conducendo alla distruzione: una ricetta composta di depredazione e di inquinamento degli ecosistemi, delle terre, delle acque, delle foreste e della biodiversità; una ricetta fatta di privazione della democrazia e dei diritti, di liberalizzazioni e di privatizzazioni, che avrebbero dovuto condurci a un miglioramento dei servizi e della qualità della vita, e che, invece, hanno creato monopoli, accaparramento dei beni e dei patrimoni pubblici e demaniali, concentrazioni di potere e di ricchezze, diffusi e ingestibili conflitti di interessi; una ricetta infine che pretende di risolvere tutto mediante una scienza che riduce la complessità del vivente a qualcosa da sezionare e manipolare, come i pezzi di un congegno meccanico.
Il pensiero capitalista, totalitario e onnivoro, per circa quattro secoli, grazie anche al paradigma di questa scienza, ha potuto accrescere in maniera incommensurabile profitti e rendimenti: da un lato sfruttando senza limiti i patrimoni e i beni naturali, gratuitamente e generosamente offerti dagli ecosistemi e dai cicli naturali; dall’altro ideando e incentivando, soprattutto negli ultimi cinquant’anni attraverso la pubblicità e la televisione, consumi di merci usa e getta, inutili e nocive, e utilizzando la bio-tecnologia e la chimica per manipolare e modificare le coltivazioni, il cibo e la vita al servizio della propria fagocitante avidità.

Dal momento in cui il pianeta ha ormai raggiunto i limiti di sfruttamento e non sarà più possibile incrementare ulteriormente i livelli e i ritmi di consumo di merci, il capitale, per conservare quei profitti e quei rendimenti che gli consentono di sopravvivere, ha cominciato a creare ricchezza fittizia, mediante speculazioni e bolle finanziarie che, appunto, hanno provocato l’attuale crisi: quella che questo governo del manipolo di super-tecno-esperti (non meno del precedente e dei precedenti governi) tenta ora di far pagare ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, con un debito gonfiato (da una buona percentuale di quote di evasione fiscale e di finanza illegale) e in gran parte fittizio, perché non corrispondente a quello reale.

Questa emergenza, come tutte le altre emergenze create e alimentate dai potenti nel corso della storia, è funzionale a questo sistema per giustificare la sospensione della democrazia, delle regole e dei diritti, per instaurare un totalitarismo finanziario, una nuova religione, quella dei Mercati, approvata e condivisa dai partiti da destra a sinistra, quale unico regolatore delle nostre vite.
Tuttavia è ancora possibile mutare questo scenario apocalittico e il cambiamento non può che nascere dalla società civile, da coloro che, con passione e interesse,· hanno partecipato a questo laboratorio: gente ricca di dignità e di speranze, persone ancora umane che sanno sognare utopie e progettare di realizzarle.

E’ per questo che cittadini, gruppi di acquisto solidale (GAS), piccoli produttori, associazioni e movimenti si sono ritrovati insieme a discutere e a costruire una rete di relazioni e di scambi, al di fuori delle logiche mercantili di produttività, rendimento e profitto; una rete fondata su valori di cooperazione, sobrietà, equità, solidarietà, scambio; una rete attenta alla riduzione dei consumi, degli sprechi e dei rifiuti, in armonia con gli ecosistemi e con l’ambiente, sensibile alle relazioni umane, ai diritti e al benessere dei lavoratori; una rete infine dove il lavoro deve ritrovare quel senso perduto di dignità, creatività, piacere, riconoscimento.
A fronte di una crisi che può condurre alla barbarie della violenza e dei conflitti, questo percorso propone la prospettiva di una nuova civilizzazione umana, e tutti i partecipanti si sono impegnati a dare continuità a quanto iniziato e si ripromettono di costituirsi in forma ufficiale di Distretto di Economia Solidale, aderente alla Rete Nazionale di Economia Solidale. Il prossimo appuntamento è per domenica 29 gennaio alle ore 17:00, sempre presso i locali della parrocchia di S. Anna. Chiunque desideri partecipare è il benvenuto, questo è un luogo di accoglienza e di democrazia, all’insegna della Madre Terra.


Movimento Potenzattiva Associazione Respira la Terra
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica, GVS Potenza, Zer0971, LucaniaWorld, AbitoinScena, Libera Basilicata, Potenzattiva, WWF Potenza … e le tante altre associazioni presenti

 

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