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Viaggio a Craco: ai confini del Parco dell'Appennino Lucano

Scritto da Mariapina Fortuna

Chiudo gli occhi e provo ad immaginare Craco prima del dicembre del 1963, anno in cui una frana di vaste proporzioni generò un esodo forzato della popolazione. 

Craco, un piccolo centro situato nella provincia di Matera, tra i comuni di Pisticci, Montalbano Jonico, San Mauro Forte, Stigliano e Ferrandina, circondato da calanchi argillosi, rinasce, da c.a 50 anni, nel nuovo agglomerato di Craco Peschiera. Mia madre mi racconta la sua infanzia e attraverso le sue parole comincia il mio viaggio. Mi inoltro per i vicoli, la mia vista gode di colori freschi e variegati, mi assale  il profumo del pane caldo. E’ estate, raggiungo la fontana comunale. L’acqua è fresca. Ho fretta, non voglio riaprire gli occhi. Proseguo. Riconosco i miei nonni, i miei zii. Avanzo. Sosto in piazza e riprendo a salire fin sopra al Castello (Torre Normanna). Una donna, in sull’uscio della sua  casa contadina, mi indica la Chiesa Madre. La facciata mostra l’antico rosone, maestoso e imponente è il suo campanile, affrescato è il suo soffitto. Apro gli occhi, sono a Craco Peschiera. Mia madre è lì, accanto a me. Decidiamo di andare a Craco Vecchia. Appena 7 chilometri sulla ex SS 103, dopo l’ultima curva comincia il mio viaggio reale. Ghost Town, Paese fantasma, così è stato “nominato”. Immagini suggestive. Fascino e stretta al cuore. A 391 metri di altezza, il Castello, ancora ben visibile, continua a dominare sull’aspra vallata. La natura è un tutt’uno con ciò che rimane del borgo. La frana consuma lentamente il territorio, di giorno e di notte. Per ragioni di sicurezza, l’amministrazione comunale ha interdetto l’accesso nel centro storico. Scatto una foto lungo la  strada. Gradazioni di colore seppia. Torno a casa. Dipingo un quadro e lo pongo in cima alle scale in prossimità dell’ingresso. E’ passato ormai più di qualche anno, ma ogni giorno quando mi ritrovo di fronte a quel quadro penso che non è un ritratto della realtà: un tetto sarà ormai caduto, un affresco sarà già cancellato, un colore avrà cambiato tonalità. Una comunità sta perdendo la sua memoria. Tocca a noi evitare che ciò accada. E un urlo ci giunge anche dalla World Monuments Fund che quest’anno ha collocato Craco nella watch list 2010 dei 100 monumenti da salvare. Oggi, la volontà di recupero del territorio ha visto nascere “Craco Ricerche”  e alcune iniziative come la Craco card, rivolte a valorizzare il centro storico e a contrastare il turismo “mordi e fuggi” in favore di un turismo “stanziale e motivazionale”.

 

 

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