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Giovedì, 13 Agosto 2015 00:00

Geositi e sviluppo locale: se n'è parlato a Savoia di Lucania

Scritto da Carla Cavallo

Non solo pizza e birra a Savoia di Lucania e chi ha partecipato all'intensa giornata di domenica 9 agosto l'ha intuito fin da subito.

La 3 edizione del "salviapizza&beerfest", riuscita manifestazione che riesce ad attrarre pubblico grazie al mix di tradizioni salviane e buona birra tedesca, ha ospitato il convegno "I Geositi: risorsa naturale e bene culturale"

L'organizzazione dell'evento nasce dall'incontro casuale di tre o quattro menti che hanno voluto unirsi per dare una risposta a quanti si domandano costantemente come mai le cascate di Savoia non siano conosciute e valorizzate quanto quelle di San Fele, attrattiva turistica di rilevanza non da sottovalutare.

Ma andiamo con ordine.

La mattinata ha visto più di 50 persone, fra esperti geologi e non, partecipare all'escursione alle cascate del Vallone, o più precisamente Forra del Tuorno ,come la Dott.ssa Cafaro dell'Unibas ha spiegato, grazie all'esperta guida salviana D.Salvatore: fra i sentieri del bosco Luceto alla scoperta delle meraviglie quasi del tutto incontaminate che la natura ha da offrire, dalla sorgente sulfurea alla cascata di 22m. E qui la sorpresa più inaspettata: 3 esperti di canyoning , che da anni praticano questo sport affascinante a tratti estremo lungo i torrenti salviani e più in generale lucani, hanno dato dimostrazione di come si affronta la discesa di una cascata, spiegando tecnica e difficoltà incontrate e annunciando l'apertura di una scuola di torrentismo nel zona del Marmo Melandro.

Nel pomeriggio il convegno: dopo i saluti di rito di organizzatori ed amministrazione si inizia con gli affascinanti interventi dei prof Giacomo Prosser e Mario Bentivenga dell' Unibas sul patrimonio geologico, evoluzione dell'Appennino Lucano e Geoconservazione, scelta strategica per la Basilicata.

A seguire le presentazioni dinamiche e puntuali dei Dott. Salvatore Lucente e Giammarco Guidetti di Geobas Italia che ci hanno illustrato quali sono i siti di interesse geologico della Valle del Melandro e come questi possano essere valorizzati e resi fruibili, diventando così un volano di crescita per lo sviluppo locale.

Al tavolo degli interventi il Gal Marmo Melandro nella persona di Nicola Manfredelli che ha mostrato grande entusiasmo verso l'argomento e assoluta disponibilità a sviluppare progetti futuri, sottolineando come una semplice sagra o festa della pizza, in cui viene posta l'attenzione al recupero dei sapori della tradizione, possa essere arricchita da progetti di sviluppo e valorizzazione del territorio. In ultimo il puntuale intervento dell' antropologo G. Melillo che ha posto l'attenzione su come la presa di coscienza di una comunità rispetto alle potenzialità del proprio territorio sia il punto di partenza per parlare di progettazione e sviluppo locale.

Un importante obiettivo è stato raggiunto proprio nei giorni scorsi sull'argomento: con l'approvazione della Legge regionale su conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico si riconoscono finalmente i geositi come elementi importanti del territorio lucano, protetti nella loro unicità in quanto vera e propria risorsa ambientale, culturale ed economica, spesso sottovalutati anche se visitati e studiati a livello nazionale ed internazionale.

Al di là della questione più squisitamente scientifica su cosa sia il patrimonio geologico e quale sia stata la sua evoluzione fino a diventare come si presenta ai giorni nostri, gli spunti emersi dalla interessante discussione riguardano soprattutto come dare una nuova vita a questi siti, per rilanciare sviluppo locale attraverso un turismo sostenibile capace di creare una coscienza rispettosa dell'ambiente e far ripartire l' economia del posto.

Avere ben chiaro in mente l'obiettivo da raggiungere è il punto di partenza, ma arrivarci attraverso un percorso netto e pulito, evitando inutili protagonismi del singolo, convincendosi che non debba essere “ l' altro” a dover insegnare cosa e come fare per riuscire in un progetto serio di valorizzazione, né tanto meno pensare che sia compito solo delle amministrazioni occuparsi di queste questioni: sono le comunità a dover prendere l'iniziativa, anche attraverso cooperative o associazioni, se davvero interessate alla ripresa culturale, sociale ed economica dei propri territori

 In conclusione alcuni dati importanti da segnalare, purtroppo con rammarico:

l'assenza delle istituzioni regionali e provinciali invitate ad intervenire, ma soprattutto quella dei sindaci dell' hinterland: hanno tutti perso un'importante occasione di discussione su un argomento che interessa non solo l amministrazione e la comunità salviane ma tutto il territorio perché come spiegato e illustrato attraverso suggestive immagini più volte dagli esperti il patrimonio geologico è un bene comune vario con specifiche caratteristiche che si differenziano di paese in paese, ma che possono essere rese fruibili al 100% anche attraverso la creazione di una rete interterritoriale, dotata di piani di gestione ed enti gestori in grado di valorizzarli e tutelarli.

Inoltre, a fronte di una nutrita partecipazione di esperti di geologia e molte altre persone interessate a saperne di più sull'argomento, assente non giustificata anche la comunità salviana che non riesce a cogliere queste occasioni di crescita e di approfondimento, per acquisire maggiore conoscenza e consapevolezza di quali cose straordinarie il proprio territorio offre.

Il convegno si è chiuso con un augurio: che sia stata posta la prima pietra per la ideazione e sviluppo di un progetto che porti davvero a un risultato tangibile.

All'anno prossimo per sapere gli sviluppi.

 

Carla Cavallo

 


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