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Sull'antica ferrovia

Scritto da Mimmo Pane

Una decina di pezzetti di pane allineati e fumanti si stanno raffreddando in fretta sulla tavola...

...mentre una figura semi nascosta dalla sera finisce di sfornare altre quattro o cinque panelle da un glorioso forno a legna, sacro tempietto tra “cessi littori”, il serbatoio e la catasta di antiche traversine.

L’uomo si siede, e celebra la fine della giornata mangiandoli uno dopo l’altro, porgendone anche a me.

Le brume della sera si mescolano al vapore delle panelle impilate con cura nella cesta, mentre a ritmo rugginoso ci coglie la notte, senza alcun fischio annunziante prodigiosi sferragliamenti.

Alle prime luci dell’alba scorgo quell’uomo curvo a rimestare nell’erba, muovendosi con estrema cura e fermandosi soltanto per l’istante necessario a controllare il cerchio del sole, che adesso fa capolino dietro la collina. E’ il segnale.

A forza di braccia comincia a sollevare un bastone, o meglio decine di bastoni legati tra loro con lo spago. Ne punta un’estremità al suolo e li solleva lentamente sino a posizionarli più o meno diritti in verticale.

Ancora curvo per lo sforzo immondo, l’uomo si è fermato un momento a riposare, appoggiato alla mazza che adesso sembra essere ben incastrata alle due estremità: una in terra ed una nella volta del cielo!

Al cerchio del sole manca un ultimo spicchio e l’ometto curvo puntando un dito in su mi svela il suo compito: Fili…li vedi? Siamo tutti dei fili! E comincia a menare colpetti con la mazza, saggiando l’aria. Ogni persona è legata ad un filo, prosegue. Ogni cosa ed ogni sentimento lo sono! Quando lassù soffia il vento, i fili si sfiorano ed è allora che quaggiù succedono le cose! Io sto qui a controllare che succedano un poco per volta! E da altri colpetti millimetrici, mantenendo in ordine quello che sembra un groviglio micidiale.

Guardo in su, pensando a dove dondola adesso il mio filo: di certo sta sfiorando quello dello Stupore e della Meraviglia e magari anche quello di quell’omino, ammesso che anche lui ne abbia uno!

“Così vanno le cose!” Mi urla infine il “mazzaro”, senza più badare a me, mentre un leggero venticello sta creando un po’ di scompiglio.

E’ il primo collegamento tra terra e cielo che trovo su questa strada ex-ferrata. Ripenso alle parole di un vecchio carbonaio-macchinista di Abriola, incontrato qualche giorno fa e pensieroso, tiro fuori la mappa che mi ha regalato. Tra i disegni scorgo lo schizzo ben marcato di un omino che fruga tra le nuvole con uno stecco lunghissimo. Contrasta col resto della mappa piuttosto sbiadita dagli anni. Resto un po’ a guardarla, cercando di capire, mentre i piedi scivolano negli scarponi; tempo d’andare. Sollevo lo sguardo ed il sole già alto ha dissolto tutte le ombre portandosi via anche quell’ometto ed il suo grandioso compito […]

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